IL DISCORSO DEL SINDACO CENTINAIO

 

 

Porto il saluto dell'Amministrazione comunale e dell'intera città di Legnano agli organizzatori e a tutti i presenti. E' tradizione che anche il sindaco intervenga nel corso di questa cerimonia che ricorda i lavoratori della Franco Tosi che nel gennaio 1944 furono strappati all'affetto delle loro famiglie per essere deportati nei lager nazisti.

La presenza del primo cittadino è la conferma dell'importanza che Legnano attribuisce a un evento tragico e allo stesso tempo emblematico di un'epoca in cui questa fabbrica era uno dei cuori pulsanti dell'intera vita cittadina. E' importante che una comunità faccia memoria dei fatti più significativi della propria storia, anche di quelli più dolorosi. Consegnare all'oblio il proprio passato vuol dire rinunciare a vivere con consapevolezza il presente e rinunciare a costruire un futuro migliore per i propri figli.

69 anni fa, sotto le imponenti arcate di questi capannoni, si è consumata una delle pagine più gloriose della storia legnanese. Nel gennaio 1944, quando ormai era diffusa la consapevolezza che l'esito della guerra avrebbe condotto il Paese alla disfatta, i lavoratori della Franco Tosi proclamarono uno sciopero per marcare il loro dissenso da un conflitto fortemente voluto soltanto dal delirio di onnipotenza dell'ideologia fascista allora imperante. Pagarono questa scelta con una dura rappresaglia per mano delle truppe naziste e con la deportazione in Germania di alcuni di loro.

La Resistenza nelle città industriali dell'Italia è nata e cresciuta nelle fabbriche, e Legnano ne è un esempio. La lotta contro il nazi-fascismo è stata anche una battaglia per difendere il lavoro. Ricordare perciò i fatti del gennaio 1944 significa sottolineare il vero elemento identitario del nostro territorio, dell'intero Alto Milanese, cioè il lavoro.
E' grazie alle sue fabbriche, all'impegno di generazioni di imprenditori e lavoratori, alla presenza di scuole tecniche in grado di intercettare le richieste del mondo produttivo, che Legnano e il suo hinterland hanno saputo raggiungere livelli di benessere tra i più elevati d'Europa. Oggi rischiamo di consegnare ai libri di storia anche queste caratteristiche, ed è per questo che la giornata odierna ci offre l'opportunità di riflettere sul difficile momento che la Franco Tosi e l'intero comparto economico-produttivo legnanese stanno vivendo.

A questo proposito voglio riaffermare un concetto che era alla base del mio programma elettorale e della coalizione a cui nel maggio scorso i legnanesi hanno affidato il compito di governare la città: è ferma intenzione dell’Amministrazione comunale non assistere impotente al processo di deindustrializzazione in corso. Come sindaco non voglio e non posso restare passivo di fronte ai numerosi tentativi di cancellare due secoli di eccezionale sviluppo produttivo di questo territorio.

In questi mesi sono stati avviati contatti con le organizzazioni sindacali e di categoria per iniziare una riflessione sulle iniziative da intraprendere per arrivare a una inversione di tendenza. Non è facile, anche perché è bene ribadire che i margini di manovra dell'ente Comune sono limitati. Può svolgere al massimo il ruolo di facilitatore per l'apertura di tavoli di confronto e di lavoro tra le varie parti in gioco.

Pochi giorni fa ho letto su alcuni giornali locali dichiarazioni in cui ci si chiede dove sono i sindaci in questo particolare momento di crisi. Approfitto di questa occasione per rispondere che i sindaci (di qualunque colore politico) ci sono e hanno ben presente il problema. I sindaci ci sono e sono sempre più gli unici interlocutori raggiungibili di fronte a uno Stato sempre più lontane e a istituzioni troppo spesso oggetto di attenzione più per gli scandali e gli sprechi scovati dalla Magistratura che per un'effettiva azione  di governo.

Alla porta del mio ufficio in Municipio bussano continuamente persone in cerca di un aiuto perché hanno perso il posto di lavoro o perché si trovano uno sfratto esecutivo incombente. Non è facile, ve lo assicuro, dare a tutti una risposta concreta.

Ecco perché la difesa del lavoro, soprattutto di alcuni settori storicamente strategici, è un'azione fondamentale per la mia Amministrazione.

Il “caso Franco Tosi” è tornato da qualche mese una delle priorità di Legnano. L'impegno non manca per favorire tutte le soluzioni utili ad evitare la chiusura o il ridimensionamento di un marchio così prestigioso. Si sono svolti più incontri con le rappresentanze aziendali, sindacali e di categoria. Mi sono recato due volte a Roma per partecipare ad incontri convocati dall'ufficio che gestisce le situazioni di crisi aziendale presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Un altro incontro è in programma esattamente tra una settimana, il 18 gennaio. In questa sede voglio annunciare che nella mattinata di sabato 26 gennaio si terrà in Municipio un Consiglio Comunale “aperto” a tutte le forze politiche, sindacali, economico-produttivo e sociali della nostra città per dibattere il problema e dare più forza alla lotta in atto per dare un futuro a questa fabbrica.

Concludo ringraziando tutti per l'attenzione e con l'auspicio che l'anno prossimo, quando ricorderemo il 70° anniversario della deportazione dei lavoratori nei lager tedeschi, potremmo guardare con un atteggiamento di maggiore fiducia al futuro della Franco Tosi, dei suoi dipendenti e quindi dell'intera città di Legnano.

 

ALBERTO CENTINAIO- sindaco di Legnano

 

 
 

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