L'ANPI Provinciale di Milano NON HA ADERITO alla petizione lanciata da alcune realtà antifasciste milanesi.

 

 

Stralcio della mia relazione tenuta alla riunione del Comitato Provinciale e dei Presidenti di sezione, sabato 7 novembre 2015 nella quale motivo le ragioni per cui l'ANPI Provinciale di Milano NON HA ADERITO alla petizione lanciata da alcune realtà antifasciste milanesi.

 

Roberto Cenati
Presidente ANPI Comitato Provinciale di Milano

 

(stralcio della relazione di sabato 7 novembre 2015)

Petizione per lo scioglimento dei movimenti neofascisti

In questi giorni sta circolando un appello per una raccolta di firme lanciata da alcune realtà e movimenti antifascisti, da presentare alle massime autorità dello Stato. Non ci convince questa proposta perché non è con una raccolta di firme che si possa pensare di esercitare una influente azione volta al rinnovamento dello Stato, perché diventi realmente antifascista.

Il cammino che si vuole percorrere e proporre è già stato intrapreso dal Presidente Nazionale Carlo Smuraglia che, recentemente, proprio in occasione di due raduni

neofascisti in Lombardia, ha scritto alle più alte cariche dello Stato. Soltanto Laura Boldrini ha risposto al suo appello.

La nostra Associazione ha quindi già compiuto questo importante passo istituzionale, con risultati non certo incoraggianti.

L'operazione proposta da alcuni movimenti antifascisti si caratterizza per una notevole carica anti-istituzionale e contiene una implicita critica all'ANPI di non sapersi contrapporre con energia ai rigurgiti neofascisti.

Se si voleva coinvolgere l'ANPI e altre Associazioni della Resistenza, lo si doveva fare senza presentare preventivamente una piattaforma già scritta, sulla quale dovevamo semplicemente apporre la nostra firma.

Tutto ciò si è poi verificato al di fuori della sede deputata a tali questioni: il Comitato Permanente Antifascista, sorto nel maggio del 1969, nel quale, oltre alle Associazioni della Resistenza, sono presenti le forze politiche, i sindacati e le Associazioni democratiche.

I contenuti dell'appello, oltre a diverse inesattezze, non sono condivisibili, per la loro carica anti-istituzionale e per il fatto che si accomunano tutti i questori e i prefetti in un atteggiamento di acquiescenza verso le formazioni neofasciste. Si sostiene che le questure e le prefetture “organizzano, tutelano e garantiscono l'agibilità politica dei gruppi neofascisti”.

La realtà è molto diversa. Lo ha dimostrato Milano, dove il prefetto Tronca è intervenuto per negare l'autorizzazione alla festa nazionale di Casa Pound
E' poi da respingere, perché appare inaccettabile, l'equiparazione movimenti neofascisti, questure e prefetture.

Ci sembra poi scorretto rivolgersi alle singole sezioni dell'ANPI, chiedendo la loro adesione alla petizione, quando è ben nota la posizione dell'ANPI provinciale di Milano.

 

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