ANNIVERSARIO MAUTHAUSEN
Legnano - Franco Tosi il 10 gennaio 2014

 

 

resoconto della giornata con video, fotografie, discorsi integrali

 

(da www.legnanonews.com):

 

LANDINI ALLA F. TOSI: "RIPARTIAMO DAI VALORI DELLA COSTITUZIONE"

 

fotogallery di Manuel Vignati

 

 

 

"Oggi la finanza e il mercato stanno mettendo in netta discussione i valori dei martiri che qui andiamo a celebrare. [...] Paradossalmente i soldi possono circolare ovunque, le persone no, come dimostrano le tragedie vissute da numerosi immigrati diretti nel nostro paese. 

In quegli anni, chi si è battuto, chi ci ha rimesso anche la propria vita... ma la battaglia che è stata fatta non era semplicemente una battaglia di difesa immediata: c'era dietro l'idea di cambiarlo, il mondo! Quei valori: ripartire da quei principi ed impegnarci ognuno di noi in questa direzione, io credo che sia il modo migliore non solo per ricordarli ma per dire più che mai che quei valori, quei principi sono ancora validi ed è il momento che ognuno di noi, giovane o meno giovane, deve fare la propria parte!"

Maurizio Landini - segretario Fiom       (qui video)

 

"Ricordare oggi il 70° anniversario della deportazione nei campi di sterminio nazisti dei lavoratori non è quindi soltanto un doveroso omaggio alla loro memoria: deve essere di stimolo per restituire vitalità e un futuro alla Franco Tosi. Nel 1944, Legnano e l’Italia intera stavano vivendo uno dei periodi più drammatici della loro storia. I lavoratori della Tosi proclamarono uno sciopero per marcare il loro dissenso da una guerra voluta dal fascismo e dai suoi alleati nazisti e per difendere la loro fabbrica. Un gruppo di loro pagò con la morte questa coraggiosa presa di posizione. Facciamo in modo che il loro sacrificio non sia stato vano."

Alberto Centinaio - sindaco di Legnano     (qui discorso integrale)

 

"I caduti che oggi ricordiamo erano antifascisti. E noi siamo con loro nella pienezza del significato di questa parola. Si è antifascisti quando si rispetta “l’altro” , quando se ne riconosce la legittimità nell’atto stesso di contrastarlo, quando non si pretende di assimilarlo, di ridurre cioè il suo pensiero, la sua identità al nostro pensiero, alla nostra identità. L’antifascismo è l’ansia di intervenire contro l’ingiustizia, piccola o grande che sia,  di intervenire contro ogni minaccia di libertà; è pluralismo politico e sociale, legittimazione delle differenze; è la democrazia come partecipazione e non solo come garanzia per tutti. [...]

Sono morti, ma sono e li sentiamo vivi in mezzo a noi perché non è peritura l’eredità che ci hanno lasciata e che abbiamo fatta nostra. Un’eredità di valori. Questi valori noi li vogliamo custodire immutati, li ritroviamo scolpiti nella nostra Costituzione repubblicana, nata dalla lotta di liberazione dal fascismo e che ci impegniamo a trasmettere a coloro che la vita ci ha messo accanto nelle generazioni successive alla nostra. [...]

Sacro sentiamo l’impegno che prendiamo dinnanzi a queste tombe. E’ un impegno solenne che noi rinnoviamo qui, in questo luogo di memorie affinchè sui nostri compagni deportati aleggi la certezza che il loro sacrificio non sia stato vano.

Luigi Botta - Presidente ANPI Legnano     (qui discorso integrale + foto)

 

 

 

 

 

La retata nazifascista alla Franco Tosi

5 gennaio 1944

 

“Fermate le macchine, scioperate, manifestate in strada contro i padroni profittatori e contro gli hitlero-fascisti.

I magnati dell’industria hanno accumulato miliardi di profitti e vi fanno morire di fame”

 

Manifestino sequestrato dai carabinieri di Busto Arsizio (13 dicembre ’43),

probabilmente frutto della attività dei fratelli Venegoni nell’Alto Milanese

Erano ormai alcune settimane in cui c’era molto fermento all’interno dell’azienda. Dopo alterni momenti in cui sembrava che le trattative andassero in porto, la mattina del 5 gennaio ’44 gli operai della Franco Tosi occuparono gli uffici dei dirigenti e il generale delle SS Otto Zimmermann, colui a cui era stato affidata la repressione degli scioperi nell’Alta Italia, fu immediatamente informato.

Nel primo pomeriggio del 5 gennaio due camion pieni di SS varcarono il cancello della Franco Tosi. Nel piazzale centrale erano radunati tutti gli operai, alcune migliaia. Reparti fascisti si erano invece collocati all’esterno della fabbrica a presidiare gli ingressi.

In pochi attimi le SS scesero dai camion e posizionarono le mitragliatrici. Con un altoparlante si ordina ai lavoratori di ritornare in fabbrica. Nessuno si muove. Il comandante ordina “Fuoco!!“… ma le raffiche fortunatamente sono rivolte in aria. La massa ondeggia, incredula, sbigottita.

Subito dopo scatta la caccia ai rappresentanti sindacali e ai più noti lavoratori antifascisti. Bisogna arrestarli per separare i lavoratori dai loro dirigenti sindacali più conosciuti e stimati. Solo così i tedeschi sperano di mettere fine a quella lunga sequela di scioperi che era iniziata nel marzo dell’anno precedente.

Vengono arrestati una sessantina di lavoratori e portati nel carcere di San Vittore. Nella notte reparti tedeschi e fascisti arrestano alcuni antifascisti legnanesi.

Nel carcere di San Vittore vengono interrogati e dopo alcuni giorni rilasciati, meno otto lavoratori, quasi tutti appartenenti alla Commissione Interna.

Dopo alcuni giorni a San Vittore gli otto dipendenti della Tosi vengono avviati nel campo di Fossoli (Dulag, campo di transito). Partono da Fossoli su vagoni piombati l’8 marzo ’44 con altri 600 lavoratori provenienti dalla Toscana, da Milano e Torino (trasporto n. 32).

Giungono a Mauthausen l’11 marzo ’44. Sono classificati con la categoriaSchutzhaftlinge (prigioniero politico, mandato di arresto per motivi di sicurezza). Nel lager venne a loro chiesto il mestiere per sfruttarli meglio fino alla morte. Alcuni di loro passano attraverso diversi sottocampi. Sette morirono di fame, freddo, lavoro forzato e malattie. Uno solo sopravvisse: Paolo Cattaneo, ma morì suicida pochi anni dopo.

 

 

Ricordo brevemente i loro nomi:

 

- Pericle Cima

Nato a Spinadesco (Cremona). Ingegnere meccanico nella Franco Tosi. Deceduto l’11 aprile 1945 a Steyr (in Austria) durante la “marcia della morte” da Vienna a Mauthausen. Aveva 56 anni.

 

- Carlo Grassi

Nato a Legnano. Mestiere dichiarato modellatore metallurgico. Deceduto tra il 14 febbraio e il 15 febbraio 1945 a Gusen. Aveva 43 anni.

 

- Francesco Orsini

Nato a Legnano. Mestiere dichiarato tornitore. Deceduto il 5 ottobre 1944 nel castello di Hartheim (Mauthausen). Aveva 62 anni.

 

- Angelo Sant'Ambrogio

Nato a Legnano. Membro di primo piano della Commissione Interna della Franco Tosi e fugura importante nell’attività sindacale a Legnano accanto ai fratelli Venegoni. Mestiere dichiarato fresatore. Deceduto il 19 settembre 1944 nel Castello di Hartheim (Mauthausen). Aveva 31 anni.

 

- Ernesto Venegoni

Nato a Legnano. Membro della Commissione Interna della Franco Tosi. Mestiere dichiarato meccanico di precisione. Deceduto il 26 marzo 1944 a Mauthausen.Aveva 45 anni.

 

- Antonio Vitali

Nato a Milano. Membro della Commissione Interna della Franco Tosi. Mestiere dichiarato meccanico. Deceduto il 9 marzo 1945 a Gusen. Aveva 46 anni.

 

- Paolo Cattaneo

Nato a Legnano. Membro della Commissione Interna della Franco Tosi. Mestiere dichiarato tornitore. Sopravvissuto. Aveva, nel ’45, 36 anni.

 

- Alberto Giuliani

Perito tecnico nella Franco Tosi.Fu inviato nel lager con un altro trasporto rispetto ai suoi compagni.Deceduto il 6 febbraio 1945. Aveva 35 anni.

 

Nel cimitero di Legnanoci sono le tombe dei deportati del 5 gennaio ‘44,naturalmente sono tombe vuote perché i loro corpi furono bruciati nei forni crematori. Sicuramente questo è il destino di Angelo Sant’Ambrogio e Francesco Orsini morti nel castello di Hartheim, ma anche a Mauthausen e Gusen c’erano forni di incenerimento dei corpi.

Anche se le tombe non contengono le loro spoglie, non per questo non devono essere meta di pellegrinaggio e di commosso ricordo.

http://www.youtube.com/watch?v=g3-KFi7rhbM

 

 

“Gli operai arrestati erano solo colpevoli di aver reclamato di parificare i salari dei lavoratori legnanesi a quelli dei maggiori centri industriali (Sesto San Giovanni) e di far mantenere agli industriali le promesse fatte. Invece i barbari delle SS avevano voluto arbitrariamente intervenire in difesa degli sfruttatori del popolo contro gli operai”.

 

da un volantino redatto dai fratelli Venegoni poco dopo il 5 gennaio ‘44

 

Fonti:

. Piero Macchione, “L’oro e il ferro. Storia della Franco Tosi”, F. Angeli 1987

. Giorgio Vecchio, Nicoletta Bigatti, Alberto Centinaio, “Giorni di guerra. Legnano 1939-1945”, 2009

Giancarlo Restelli

 

-Mikis Theodorakis, “Mauthausen Cycle”

http://www.youtube.com/watch?v=rk1f9OEJ09M&playnext=1&list=PL0FB31609FEC0075F&feature=results_video

 

  

 

 

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