22 maggio 2016

Gita-pellegrinaggio associati ANPI Legnano

a Selvino (BG)

 

 

La colonia “Sciesopoli” per i bambini ebrei rimasti orfani e sopravvissuti alla Shoah.
Ottocento bambini ebrei vi giunsero da ogni parte d’Europa. 

 

 

  

 

I BAMBINI ORFANI DELLA SCIESOPOLI 
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, dall’autunno del 1945 all’autunno del 1948, la “Sciesopoli” divenne la “Colonia Ebraica”, come dicono i documenti “il più importante orfanotrofio in Italia, uno dei maggior in Europa”, e offrì ospitalità, rifugio e ritorno alla vita a circa 800 bambini ebrei orfani sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Le organizzazioni partigiane ed ebraiche, che li avevano raccolti, li portarono lassù, per ritornare alla vita, prima di riprendere il loro viaggio e giungere finalmente in Palestina. Erano bambini perlopiù polacchi, ungheresi, rumeni, che nulla capivano della lingua italiana, ma ai loro occhi il verde dei boschi intorno a Selvino, il bianco della neve sui Monti Podona e Poieto, il giallo dei giorni d’estate all’ombra degli abeti, il rosso delle foglie dei faggi in autunno, divennero i colori della vita, un arcobaleno dopo il nero dei giorni della “Shoah.” Qui i bambini ripresero a studiare, a creare, costruire piccoli manufatti, ad imparare, al fine di fornire loro ogni possibilità di intraprendere una vita dignitosa e autonoma. Gli anziani del paese si ricordano ancora di quelle volte in cui, ragazzini del posto timidi e impacciati, venivano invitati ad assistere ad un film in compagnia dei piccoli della “Sciesopoli”. Dicono: “Non capivamo una parola ma per noi figli di contadini, abituati a lavorare duramente nei campi fin dall’età di 4 o 5 anni, era un divertimento puro, un paradiso.” Raccontava al settimanale “Gente” nel giugno del 1995 (in occasione del Cinquantesimo Anniversario) la maestra Angela Camozzi: “Erano tutti magrissimi, con le guance scavate e lo sguardo triste. Molti di loro avevano visto i genitori entrare nei forni crematori e nelle camere a gas. Me lo raccontavano in un linguaggio fatto di gesti e di qualche parola in italiano, tra lacrime disperate. Piangevano spesso. Mentre erano impegnati in una partita di calcio o seduti davanti al cinema della colonia, davanti a una comica di Stanlio e Ollio, qualcuno all’improvviso veniva colpito da una crisi di pianto.”    ...      
continua...

(TRATTO DA http://www.comunediselvino.it/it/Principale/

Il_turista/Cultura/Sciesopoli/appronfondimento_sciesopoli/

appronfondimento_sciesopoli.aspx )

 

 

Per saperne di più:

 

http://www.sciesopoli.com

 

 

    

 

 

 

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