Manifestazione per l'anniversario della uccisione di Mauro Venegoni
29 ottobre 2017
Siete tutti invitati alla manifestazione per l’anniversario della uccisione di Mauro Venegoni, avvenuta a Cassano Magnago
In Largo Tosi a Legnano alle ore 10.00 partirà il pullman gratuito per recarci al luogo della manifestazione.
http://www.legnanonews.com/news/cronaca/909540/
mauro_venegoni_ricordato_il_martire_della_resistenza


Cosa ricordiamo? Cos'è accaduto a Mauro???
Non si può parlare di Resistenza a Legnano e in tutta la Valle Olona senza parlare dei fratelli Venegoni: Carlo, Mauro, Pierino e Guido Venegoni.
Carlo Venegoni dopo la fuga dal lager di Bolzano-Gries riesce ad incontrarsi il 29 ottobre 1944 col fratello Mauro, in un recapito a Milano in Corso Buenos Aires 1 e in quest’occasione Mauro, che nel frattempo è diventato comandante di una Brigata Garibaldi nel Vimercatese, si lamenta col fratello.
“Mauro era esasperato,” racconterà poi Carlo, “l’ho visto in uno stato di esasperazione tale da non saper più connettere: aveva acceso il gas, ché stavamo cuocendo un po’ di riso, poi si è spento il gas e lui è tornato ad aprirlo senza accendere il fuoco e a un certo momento io sentivo la puzza del gas… tanto era esasperato nel raccontarmi la sua vicenda.”
Da due settimane Mauro è completamente isolato, senza collegamenti.
Mentre i due fratelli sono insieme arriva la notizia che è stato arrestato un compagno che conosce il recapito di corso Buenos Aires. Mauro deve fuggire ma vuole agire, far ancora parte della Resistenza, decide di tornare verso Legnano e Busto.
Ai fratelli che gli consigliavano prudenza Mauro tempo addietro aveva risposto “Noi dobbiamo rimanere sulla breccia. E se è nostro destino sacrificarci, dobbiamo cadere là, al nostro posto di combattimento! Non un passo indietro!” e aveva intensificato la sua attività.
Casualmente, il giorno successivo, il 30 ottobre, viene arrestato e condotto alla caserma della Brigata Nera di Busto Arsizio, ma ha con sé documenti falsi a nome Mario Raimondi. Viene interrogato e anche torturato ma a un certo punto uno lo riconosce per quello che è, il Mauro Venegoni che da tempo vorrebbero avere fra le mani: per lui è finita, le botte e le torture si intensificano, in un’orgia di sangue, corrono brigatisti neri anche da fuori Busto. Vogliono sapere dov’è suo fratello Carlo e vogliono informazioni sulle Brigate. Lungamente e orribilmente torturato, Mauro non dice una parola. “Vermi,” urla loro, “voi avete rovinato l’Italia!” La notte del 31 ottobre lo caricheranno su una lunga automobile nera e, ubriachi di liquore e di sangue, lo scaraventeranno lungo la strada per Cassano Magnago e lo finiranno con due colpi alla nuca, abbandonando il corpo segnato da ferite e lesioni di ogni genere, mutilato e il viso orrendamente sfigurato: gli hanno rotto la mascella, cavato gli occhi...
I fascisti lo seppelliranno in tutta fretta col nome falso scritto sul suo documento dando come unica causa di morte i colpi d’arma da fuoco, tacendo tutto il resto e imputando la colpa dell’accaduto a ignoti ma la moglie di Mauro richiederà la riesumazione del cadavere, riconoscendo in esso il marito.
A Mauro verrà conferita una medaglia d’oro alla memoria.
Gita-pellegrinaggio associati ANPI Legnano
al Binario 21 (Milano) 1 ottobre 2017

Cos'è il Binario 21?
Sotto la stazione Centrale a Milano si nasconde un luogo che fa tristemente parte del nostro passato, ma che in pochi conoscono: il Binario 21. Non è né una replica del binario 21 attualmente attivo in stazione né di un binario “qualsiasi”. Ma è il luogo da cui ebbe inizio l’orrore della Shoah a Milano. Da qui partirono, tra il 1943 e il 1945, i treni pieni di deportati ebrei diretti ai campi di sterminio nazisti, in particolare ad Auschwitz. In tanti partirono, in pochissimi tornarono (tra i superstiti Liliana Segre).
Dal Binario 21 partirono anche i partigiani: destinazione Mauthausen, lager in cui furono deportati e morirono anche i partigiani legnanesi della Franco Tosi.

Il Binario 21 oltre ad essere un luogo della Memoria è diventato il Memoriale della Shoah di Milano e ad esso collegato c’è un progetto più ampio che ha lo scopo di rendere omaggio alle vittime dello sterminio e di far nascere un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. E, soprattutto, per non dimenticare.

Ad accogliere i visitatori c’è una grande scritta che non passa di certo inosservata. INDIFFERENZA. Questa parola è stata scelta con cura e sta a rappresentare il sentimento che, più di ogni altro, ha fatto patire gli ebrei: l’indifferenza della gente nei confronti di ciò che stava accadendo.

Nel “cuore” del memoriale si trovano quattro carri merci dell’epoca, uguali a quelli che partirono alla volta dell’inferno. Tra il dicembre 1943 e il gennaio 1945 partirono da qui una ventina di convogli stipati di ebrei e di oppositori politici. In ogni vagone stavano dalle 50 alle 80 persone, quando chiaramente non c’era spazio per tutti. Non c’erano finestre, se non qualche fessura. Non veniva dato da mangiare né da bere ed i bisogni fisiologici si facevano in un secchio. Il viaggio durava 7 giorni e non tutti arrivavano vivi a destinazione.

Lungo il Muro dei Nomi si trova una grande installazione in cui sono riportati i nomi delle 774 persone che vennero deportate: in bianco le vittime e in giallo i pochi sopravvissuti (22). I nomi non sono statici ma vengono messi in evidenza a rotazione, per restituire dignità a queste persone.
TANTE ALTRE FOTO nel REPORTAGE FOTOGRAFICO a cura di Cinzia: LINK